La Lucerna compie 29 anni!
di seguito un estratto della “storia a più voci” che potete trovare nel CHI SIAMO:
“Non ricordo in che modo trovai due stanze … lunedì 19 novembre partiamo con il pulmino della parrocchia io, la Grazia e la patti Govi della Casa della Carità a raccogliere ritagli di stoffa tra le varie aziende manifatturiere della zona, raccogliamo anche carta e dopo poco cominciamo ad assemblare oggetti di plastica. Decidiamo di costituire un’associazione di volontariato : “La Vigna” su consiglio ed esempio di don Daniele Simonazzi. Anche lui, da poco, aveva avviato una piccola attività di assemblaggio e riciclaggio per gli ospiti di via Adua ; eravamo agli inizi del movimento delle cooperative sociali.
(…) Passano i mesi e ci rendiamo conto che le due stanze di via Rivasi sono troppo piccole per il gruppetto, i lavori poco piacevoli e mal remunerati. Da una parte siamo riusciti in poco tempo a mettere in piedi una piccola attività senza capitali e professionalità particolari, ma d’altra parte ci rendiamo conto che nel lungo periodo sarebbe diventata un’attività senza sbocchi , anche in previsione di mantenere delle famiglie.
(…) Comincia ad affacciarsi l’idea dell’ attività agricola, della cooperativa agricola. Pensiamo così di rispondere meglio alle nostre esigenze: il lavoro agricolo è più flessibile, più ricco di mansioni,, dalle più semplici alle più complesse e tecniche, è un lavoro all’aria aperta a dimensione più umana.
(…) In quel periodo andiamo a conoscere Nomadelfia , la coop “le Mogliazze”, la comunità “La famiglia” di Dinazzano . Insomma, eravamo alla ricerca di un’identità, non pensavamo affatto di avere la ricetta in tasca, tanto meno le idee chiare; c’era però un forte desiderio di vivere in fraternità
(…) Dopo un anno e mezzo di ricerche si offre la possibilità di un podere in affitto di 33 biolche a Campegine. Siamo nell’inverno del 1986. Nello stesso anno costituiamo una cooperativa agricola “La Lucerna” con la previsione di sopprimere a breve l’associazione “la Vigna” che ormai come statuto e caratteristiche giuridiche era diventata stretta.La scelta della cooperativa ci sembrava la più coerente con i nostri ideali e così piano piano entriamo anche nel mondo della cooperazione. Certo, non è stato così facile passare dalla “Vigna” alla “Lucerna”, da Cavriago a Campegine, da un lavoro intorno ad un tavolo al lavoro sotto il sole, ma l’entusiasmo era talmente forte che ci ha permesso di superare fatiche , paure e preoccupazioni enormi.
(…) Abbiamo affrontato il problema del biologico quando non c’era quasi niente, uno di noi si era posto il problema, si sapeva di gente in Germania, in Svizzera e in Francia, ma il movimento italiano non c’era. Ci siamo posti il problema dal punto di vista etico, noi produciamo da mangiare per noi e per la gente, c’è gente che lo fa rifiutando di utilizzare diserbanti e cose che avvelenano noi e il terreno. Perché non proviamo anche in base a tutti i principi etici e religiosi che abbiamo?. Perché anche da un punto di vista di fede il Signore ci ha messo come custodi del terreno, del Creato, non come padroni. I custodi cercano di fare il meglio possibile e cercano anche di preservare , di salvaguardare il terreno, la fertilità, tutto questo che è stato donato. Abbiamo provato e la roba veniva. Più parlavamo, più conoscevamo altre persone, più ci rendevamo conto che era giusto, che era una scelta doverosa. Bene o male è l’unica strada che possa dare un futuro, garantire un futuro anche alle generazioni che verranno. Il terreno se non lo rispetto si deserti-fica. La fertilità c’è, è una cosa che si riproduce, si rigenera, però l’uomo può anche distruggerla. Noi stiamo addirittura sconvolgendo il clima, non era solo una scelta così, fortunatamente il movimento si è allargato, abbiamo conosciuto altra gente, sono arrivate le leggi etc. C’è stato un riconoscimento della validità della scelta. Contemporaneamente andava avanti la costruzione della cooperativa, del modo di lavorare, del modo di organizzarci, di dividere i soldi.”
Pietron