La stagione vorrebbe un bel secco
e terreno crepato, arso dal sole
scarso di nubi
Ora, l’agosto non tende all’arrosto
piuttosto ci cuoce a fuoco lentino, tenendoci umidi
sotto al lavandino
Se fosse possibile striccare il lavabo
lasciarci all’asciutto da qui a San lorenzo
lasciar che ai bordi compaia la crosta
s’infuochi per bene il nostro buon cuore
non scuocia s’intende
ma bruci le suole
Sarebbe un bel colpo che pioggia piovesse in autunno e in aprile
che i mesi d’estate dell’acqua soltanto
sentissero il canto
falde scroscianti nel sottosuolo e in superficie il ricordo nel tuono
Ora, l’estate piove a dirotto e il contadino da sotto al portone
osserva i tomachi, sigòli e melone
resister nel fango, averci il fiatone
Non pianger bracciante, non lacrimar
nemmeno una goccia lasciarti scappar
le tue belle prese, le siepi e carraie
che ora ricordan piuttosto risaie
vedranno quei venti e quei soli potenti
che allargano il viso, risplendono i denti!